Il solito problema delle posate (Dice il monaco, LXXIII)

Dice Gregorio di Nissa, monaco e teologo, intorno al 381:

Si potrebbe fare questo esempio; qualcuno ha preparato sulla tavola tutto il necessario per un banchetto, e ha disposto tutte le posate necessarie per prendere il cibo – quello che appunto viene preparato così da chi è maestro in quest’arte. Ci sono coltelli affilati con i quali i convitati possono prendersi la loro parte delle portate; oppure posate d’argento a punta da un’estremità che, avendo forma di cucchiaio dall’altra, servono per i passati di legumi. Ma succede che uno dei convitati al banchetto inverta gli oggetti usando ciascuno per l’uso al quale non è destinato, e così col coltello tagli se stesso o qualcuno dei commensali, oppure, con le posate a punta, trafigga l’occhio del vicino o il suo. Si dirà a quel punto che il tale ha adoperato malamente quanto era stato disposto dal padrone di casa, non si dirà certo che chi in precedenza aveva tutto predisposto aveva preparato anche la causa dell’incidente: è il cattivo uso degli oggetti preparati che ha portato a questo guaio chi ha usato sbadatamente di quello che aveva davanti. Così, dice il testo, anch’io ho capito che ogni cosa viene da Dio sempre per il meglio, purché se ne usi «al momento dovuto», per l’uso cui è destinata; ma la deviazione dal retto giudizio sulle realtà esistenti, porta il bene a divenire occasione di male.

♦ Gregorio di Nissa, Omelie su Qoelet, VIII, 8, introduzione e note di F. Vinel, traduzione di M.B. Artioli, Edizioni San Clemente – Edizioni Studio Domenicano 2011, pp. 443-45.

 

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