Dice Basilio di Cesarea, intorno al 378:
Tra gli animali irragionevoli ce ne sono anche di quelli che vivono in comunità, se è proprio del vivere in comunità il far convergere verso uno scopo comune l’attività di ciascuno, come si può vedere nelle api. Esse abitano, infatti, in comune, volano insieme, uno solo è il lavoro di tutte. La cosa più sorprendente è che si dedicano al lavoro sotto il comando di un re1 e non accettano di andare nei prati prima di aver visto il re che guida il volo. Il loro re non è eletto con una votazione (sovente, infatti, per la mancanza di saper scegliere rettamente, la gente ha collocato al potere il peggiore); non ha il potere per sorteggio (gli esiti dei sorteggi sono, infatti, irrazionali e consegnano spesso il potere a quello che lo merita meno di tutti) e neppure per successione ereditaria si asside nel palazzo reale (anche questi, il più delle volte, sono incompetenti, ignorano qualsiasi virtù a causa della mollezza lussuosa e dell’adulazione); egli tiene dalla natura il primato su tutti; spicca per il vigore fisico, per la bellezza della sua linea, per la mitezza del suo comportamento. Il re certo possiede un pungiglione, ma non ne usa per difendersi. Queste sono una sorta di leggi di natura non scritte, le quali prescrivono che siano restii a punire quelli che arrivano ai massimi poteri.
♦ Basilio di Cesarea, Omelia VIII, Sui volatili e sugli animali acquatici, 4, in Omelie sull’Esamerone e di argomento vario, a cura di F. Trisoglio, revisione dei testi greci, indici e bibliografia di V. Limone, Bompiani 2017, p. 311.
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- È noto che gli antichi credevano essere re quella che noi sappiamo essere regina. (N.d.C.)