Dice Augustine Roberts, monaco trappista, nel 1970:
In realtà, gli obblighi derivanti dai voti non possono essere imposti dall’esterno, come leggi che restringano la libertà di una crescita spirituale, ma devono germogliare spontaneamente dal cuore della vita monastica. Essi sono di fatto espressioni e doveri di uno stato di vita speciale, come lo sono, ad esempio, i doveri di un camionista, di un medico o di un astronauta. Un camionista non può ubriacarsi o addormentarsi quando guida di notte. Tale attenzione è obbligo intrinseco alla sua condizione. Allo stesso modo, l’adempiere i voti della professione è dovere intrinseco alla condizione monastica. Non perché l’Ordine o la Regola li impongano, quanto piuttosto perché il monaco sceglie liberamente uno stato di vita in cui tutto si orienta verso l’amore di Cristo.
♦ Augustine Roberts, Il libro della trappa. Orientamenti pratico-dottrinali sulla professione monastica, traduzione di F. Mazzariol, Jaca Book 19762, p. 18. (Un primo assaggio di un testo di estremo interesse, nato alla fine degli anni ’60 come appunti ciclostilati, passato attraverso decenni di revisioni e di vita monastica [Hacia Cristo, 1970, che cito qui, poi 1978 e 1994], numerose traduzioni [Centered on Christ, 1979, 20053; Tendre vers le Christ, 2007, tra le altre] e approdato infine a Configurati a Cristo. Una guida alla professione monastica, Nerbini, «Quaderni di Valserena», 2018. Senza contare l’estremo interesse della figura del suo autore, nato a Nanchino nel 1932 da genitori statunitensi episcopaliani…)