Il tema della donna che si traveste da uomo per entrare nel monastero che altrimenti le sarebbe precluso ha avuto una larga diffusione, sin dai tempi del monachesimo delle origini, e frequentando la letteratura monastica vi ci s’imbatte facilmente. Mi è capitato di recente con la storia di santa Eufrosina: partendo dalle Vite dei Padri, e transitando dai relativi volgarizzamenti di Domenico Cavalca, sono approdato all’interessante Rappresentazione di santa Eufrosina vergine. La quale essendo maritata si fuggì tra monaci come maschio, & ivi stette trent’otto anni, & alla sua morte fu conosciuta dal padre, si come ella volse, di autore ignoto e stampata a Firenze nel 1585 da Giovanni Baleni1.
La giovane Eufrosina è stata promessa dal padre Panuzio a un «degno sposo», e in vista delle nozze, ormai imminenti, proprio il padre la conduce presso un monastero in modo che l’abate possa istruirla sulle virtù cristiane. Oltre che dalle parole dell’abate, tuttavia, Eufrosina è molto colpita anche da quello che vede, tanto che comincia a meditare di abbracciare la vita religiosa, ma al tempo stesso non vuole disubbidire al padre. In preda ai dubbi, un giorno, di nascosto al padre, fa venire a casa un monaco di quelli che aveva visti e…
Giugne il frate in camera, e la serva è per casa a far le faccende e ‘l frate & Eufrosina si pongon ginocchione, e di poi il frate la benedice, & pongonsi a sedere, & Eufrosina dice.
O padre mio questa pompa fallace
del mondo cieco indotto ha il padre mio
a maritarmi benché sia capace
della fede christiana, & tema Dio,
hor di mandarmi a marito gli piace
ch’altra herede non ha che me ma io
non mi vorrei col mondo avviluppare
anzi alla religion volevo entrare.
Ma temo allui esser disubidiente
hora i non so che partito mi prenda
mai non dormi la notte precedente
orando a Dio chel cor del ver m’accenda,
& come mi spirò in lui confidente
mandai pel primo, hor prego condiscenda
dapoi che mandò te al mio consiglio
a darmi o padre il tuo fedel consiglio.
Risponde il monaco.
Figliuola quel consiglio che chiesto hai
primi chel dia, Christo nel suo parlare
ha detto nel vangel come tu sai,
chi el padre suo non vuol rinunciare
& la madre, & sé proprio, che giamai
non si potrà mio discepol chiamare,
dunque non so che altro debba dire
se non chel buon pensier si vuol seguire.
Non lasciar perder questa ispirazione
non ricever in van la grazia data,
se vincer credi la gran tentazione
che dalla carne vien quando è impugnata
fuggiti, & entra nella religione
lascia il padre, la roba, & la brigata,
non ti curar di questa gran ricchezza
ma come cosa vil quella disprezza.
Lasciala al padre tuo che se vorrae
di sue sustanze heredi, & successori,
credimi certo assai ne troverrae
di quei c’ha Dio sien per lui intercessori
spedali, e chiese, & vedove assai ci hae
pupilli, & pellegrini, & chieditori,
lascia la roba, & fa ch’a ciò non pensi
lasciala a lui ti dico, ei la dispensi.
Non perder tu per questo l’eccellente
anima tua, segui Dio, che ti chiama.
Risponde Eufrosina, & dice.
Io spero in Dio, e nel tuo orar fervente
però farò come mia alma brama.
Risponde il Monaco.
Fa dunque presto, e non sia negligente
che così debbe far chi Dio brama.
Risponde Eufrosina
Così vo fare, hor ti priego per Dio
che mi tondi le treccie o padre mio.
Il monaco s’inginocchia, & fa orazione a Dio con le man giunte, & poi si rizza, & piglia le forbice, & sedendo Eufrosina, & porgendoli e capelli, lui gli taglia, & gettagli in terra, & nel tagliargli dice.
Figliuola hor è tagliata la radice
si che dal mondo debbe esser partita
seguita Christo, & faratti felice
il quale è via, verità, & vita.
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- La rappresentazione, il cui titolo rivela già il succo della storia, si può leggere qui.
Puo` essere che la leggenda della papessa sia nata anche da storie come questa?
Potrebbe, in effetti, vista la somiglianza del nucleo della storia; purtroppo, però, non so rispondere.