Dice Lotario di Segni (in realtà diacono, poi cardinale e infine papa, con il nome di Innocenzo III), intorno al 1190:
«Degli infiniti tormenti dello Inferno.» Quivi sarà pianto e strida di denti, lagrime, urla e tormenti, stridore e grido, timore e triemito, fatica e dolore, ardore e puzzo, obscurità e ansietà, acerbità e asprezza, calamità e povertà e bisogno, angustia e tristizia, oblivione e confusione, torture e punture, amaritudini e spaventi, fame e sete, freddo, pegola e zolfo e fuoco ardente in secula seculorum.
Lotario di Segni, De contemptu mundi, III, 19 (20), in una traduzione anonima di area toscana del XIV secolo, in Volgarizzamenti del Due e Trecento, a cura di C. Segre, UTET 1980, p. 214.
dal cognome scritto così si sarebbe detto un ebreo convertito 🙂
(poi ho guardato Wikipedia e ho capito…)