Nettario, al secolo Nicola, nacque a Otranto tra il 1155 e il 1160. Di buona famiglia, colto ed «ellefono», cioè di lingua greca, si fece monaco nel monastero basiliano di San Nicola di Casole, nei pressi di Otranto, del quale fu abate all’incirca dal 1219 alla morte, avvenuta nel 1235. Viaggiò, fu emissario di papi (Innocenzo III) e protetto di imperatori (Federico II), poeta e amico di poeti e dedicò gran parte delle sue opere polemiche alle controversie tra la chiesa di Roma e quella di Bisanzio. Finì tra gli sconfitti, sicché i suoi trattati antilatini in Occidente sono pressoché scomparsi, «caduti nell’oblio dei vinti o nelle mani degli eruditi» (persino il Migne pare che abbia sbagliato attribuzione).
Puntualizzò gli «errori» dei romani, usando le loro stesse fonti, senza aggressività, come nel caso, bello e un po’ struggente, della questione del matrimonio dei preti: «È contro la legge, infatti, privare coloro che fanno parte del collegio sacerdotale dell’onorato matrimonio e dell’incontaminato talamo, che anche il beato Paolo e tutti i divini apostoli legittimarono e i divini Padri nei concili confermarono. Ma voi alle loro leggi aggiungete questo e togliete quello, non avendo timore del loro castigo». Chissà su cosa fondano i loro decreti, si domanda Nettario, monaco e votato al celibato. Certo, il labirinto dei canoni conciliari può dare adito a interpretazioni diverse, ma come dimenticare che «molti papi insigni erano figli di sacerdoti?» (Felice, Agapito, Gelasio), e soprattutto come contraddire le parole di Paolo, del «divino apostolo» che, «scrivendo a Timoteo [la citazione è da Timoteo I, 3, 2-11], così dice: “Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie… e ancora i diaconi siano mariti di una sola moglie, governando bene i figlioli e le proprie famiglie”».
«Considerate dunque, fratelli Latini», esorta Nettario, «quello che conviene e attenetevi al giusto», perché non si avveri la profezia annunciata dallo stesso Paolo: «“Negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, seguendo spiriti seduttori e dottrine diaboliche; proporranno cose false per ipocrisia, corrotti nella propria coscienza; e vieteranno il maritarsi”».
Alcune pagine di Nettario si possono leggere in Francesco Quaranta, Preti sposati nel Medioevo, Claudiana 2000 (cioè presso «la voce italiana del protestantesimo»).