Giovanni da Lodi, 1025-1105, o.s.b. cam. Da giovane, infastidito dal clero lodigiano, facile al matrimonio, pare dormisse in una chiesetta di Lodi Vecchio, direttamente sulla nuda terra con la testa appoggiata su una pietra – non una particolare novità. Portato a Fonte Avellana da Pier Damiani, ne diventò il «segretario». Correggeva i manoscritti degli altri monaci, in perfetto stile da rompiballe camaldolese. Morì da vescovo a Gubbio. È autore di una Vita beati Petri Damiani.