In altre parole, un affarone (Dice il monaco, XCI)

Dice Pietro di Celle, abate benedettino (morto nel 1182):

Certo, dal punto di vista del diritto, il merito e la ricompensa dovrebbero camminare allo stesso passo, ma da quello della grazia prevale la ricompensa. È stupefacente chiudersi per poco tempo nel recinto di un chiostro [antro claustri] e poi possedere per l’eternità gli spazi infiniti del cielo; prosciugare con l’astinenza questa carne fatta di fango [limosam carnem] e ricevere, alla risurrezione, con gli angeli un corpo spirituale liberato da ogni fardello; scambiare il chiasso del mondo per le melodie degli angeli; raccogliere consolazione per la desolazione, ricchezze per la povertà, gloria per la sottomissione, Dio Padre per un padre, Dio Figlio per dei figli, Dio Spirito Santo per ogni conoscenza e affetto carnale. Nessun venditore ha venduto così, nessun acquirente ha acquistato così, nessun mercante ha mercanteggiato così.

♦ Pietro di Celle, La scuola del chiostro (De disciplina claustrali), Epil., a cura di p. M. Di Monte, Edizioni Monasterium 2022, p. 141.

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