Penso negativo… perché son vivo (Dice il monaco, LV)

Dice Bernardo di Chiaravalle, monaco e abate cisterciense (1090-1153), in uno dei tanti, quotidiani e mirabili sermoni composti per edificare la sua comunità:

Così è tutto ciò che sta sotto il sole: non c’è nelle cose niente di veramente gioioso, ma l’uomo sente sempre il bisogno di passare da una cosa a un’altra, e l’unica cosa che gli dà sollievo è proprio questa continua mutabilità: è come se saltasse dall’acqua nel fuoco, per saltare poi di nuovo dal fuoco nell’acqua, dato che non riesce a sopportare né l’acqua né il fuoco. Succede allora che il rimedio di una fatica diventa l’inizio di un’altra. Nessuno in questo mondo di male può avere ciò che vuole, e a volte neanche la giustizia sazia il giusto, come la voluttà non sazia il voluttuoso, né la curiosità il curioso, né la vanagloria l’ambizioso. Questa è la causa della tua sofferenza, almeno se non sei ancora diventato insensibile: soffri perché ti trovi in esilio, dimori nel deserto, cammini nel buio e su terreni scivolosi, e mangi il tuo pane col sudore della tua fronte.

♦ Bernardo di Chiaravalle, Sermone XII. Di ciò che sta all’inizio, a metà e alla fine della nostra vita, 3, in Sermoni diversi e vari, introduzione di J. Leclercq, traduzione e note di D. Pezzini («Opere di San Bernardo» IV), Città Nuova 2000, p. 1291.

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  1. Questo il paragrafo che precede il brano riportato: Vuoi sapere dove sei arrivato? In un luogo di afflizione, dato che la tua vita si è avvicinata all’inferno. Cosa c’è infatti qui se non affanno e dolore, e afflizione per lo spirito? Ma capita ora a te come a un bambino che è nato e cresciuto in carcere, e che siccome non ha mai visto la luce, si stupisce al vedere sua madre triste e in angustie. Lei però sa perché soffre, e siccome conosce le cose buone, quelle cattive le pesano ancora di più, e al ricordo della pace la sua amarezza diventa grandissima. A te invece mali piccoli sembrano grandi beni, e rispetto ai gravi ceppi ai quali sei abituato, vincoli più piccoli sono per te un riposo. Desideri mangiare, perché la fame ti tormenta. Ambedue sono una fatica, ma siccome la fame è più grave, non ti rendi conto che anche il mangiare è una fatica. E però, una volta superata la fame, chiediti se non sia più penoso il mangiare che l’aver fame.

 

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