Scrive Miguel de Molinos, sacerdote dell’Ordine di San Pietro di Alcantara, nel 1675, rivolgendosi all’anima:
Se commetti qualche errore, senza perdere tempo né fare tanti discorsi sulla caduta, devi fugare il timore vano e la codardia, senza alterarti né inquietarti, riconoscendo la tua mancanza con umiltà, considerando la tua miseria, rivolgendoti con fiducia amorosa al Signore, andando da lui a chiedergli perdono con il cuore, senza rumore di parole. Resta in pace nel far questo, senza chiederti se ti abbia o meno perdonata, ritornando ai tuoi esercizi e al tuo raccoglimento, come se tu non fossi mai caduta.
Non è sciocco chi partecipa a una giostra insieme ad altri e, per essere caduto sul più bello della gara, se ne sta a terra a piangere e disperarsi, ragionando sulla caduta? Su, gli dicono, non perdere tempo, alzati e riprendi a giocare, perché colui che si rialza velocemente e continua la sua gara, è come se non fosse mai caduto.
Miguel de Molinos, Guida spirituale, 2, XVIII, 129-130, introduzione di G. Perrotti, traduzione di V. Vitale, Olschki Editore 2007, pp. 81-2 (per la sua Guida, Molinos nel 1685 fu arrestato e processato; abiurò nel 1687 e fu condannato al carcere, dove trascorse gli ultimi nove anni della sua vita).