Dalle carte del processo sulla vita e i miracoli di Maria Maddalena de’ Pazzi (aprile 1612) sappiamo che cosa, della sua consorella carmelitana, dice la conversa suor Maria Arcangela Chierici:
Mi chiedeva i suoi difetti, et io alcuna volta li dicevo questo il maggior difetto che mi pare voi habbiate è questo, che voi non tenete la vita come l’altre, potresti pure andare calzata et vestita come noi, et no co’ piedi per terra, io credo che la sia una cosa di vostro capo; alcuna altra volta li dicevo voi haresti a mangiare come noi, voi non volete mai altro che un poco di pane et un poco di aqqua.
E che cosa dice la conversa suor Pace Colombini:
Molte volte stetti le settimane intere a fare le faccende della cucina in sua compagnia, lei rigovernava, attigneva l’aqqua, spazzava, nettava le cose più schife le quali cose dovevo fare io, et mi pativo assai in vederle fare a lei, ma per un certo timore che havevo di lei non ardivo a disdirli.
Citate in Anna Scattigno, Una comunità testimone. Il monastero di Santa Maria degli Angeli e la costruzione di un modello di professione religiosa, in I monasteri femminili come centri di cultura fra Rinascimento e Barocco, a cura di G. Pomata e G. Zarri, Edizioni di storia e letteratura 2005, pp. 198-99.