Uno dice: il trailer – un breve montaggio di scene appositamente realizzato per invogliare la visione di un’opera di prossima uscita – è uno degli strumenti promozionali più specificamente cinematografici. Con ogni probabilità, concettualmente, si può risalire a forme legate alla diffusione a stampa di opere letterarie, ma nel complesso non si va troppo indietro.
E tuttavia aprendo la Vita di san Columba di Adamnano di Iona (composta alla fine del VII secolo), al primo capitolo del Libro primo ci s’imbatte in qualcosa che del trailer ha tutte le caratteristiche. Il racconto della vita del grande santo, fondatore dell’abbazia di Iona e figura cardinale del monachesimo irlandese e britannico altomedievale, comincia infatti con una carrellata di storie ed esempi relativi ai suoi poteri miracolosi.
Alcuni di questi poteri sono presentati in maniera generica: Columba guariva i malati; poteva vedere («proprio con gli occhi del corpo») i demoni e gli angeli; teneva a freno la furia delle bestie feroci («talvolta uccidendole, talvolta scacciandole»); prevedeva la sorte ultraterrena di chi era ancora in vita ed era persino in grado di influenzare le battaglie con le sue preghiere (una dote di cruciale importanza, dato il ruolo anche politico che svolgeva tra re e potenti nella zona d’influenza delle sue fondazioni).
Altri esempi, invece, sono presentati facendo riferimento a precise circostanze. La scena più corposa riguarda l’apparizione che il santo fece nei sogni del re di Northumbria Oswald la notte precedente la scontro in cui, grazie proprio alla profezia di Columba, sconfiggerà il gallese Cadwallon (634). «Sii forte e coraggioso», dice Columba al re, citando Giosuè, e aggiunge: va’ in battaglia domani perché il Signore mi ha concesso che i tuoi nemici questa volta siano sconfitti e che Cadwallon cada in tuo potere. La scena più curiosa riguarda un gruppo di briganti irlandesi pentiti che riuscirono a sfuggire ai loro inseguitori invocando san Columba: una notte, ormai accerchiati, si mettono a cantare canzoni irlandesi in onore del santo e passano, illesi, attraverso «fiamme, spade e lance». (Ed è ancor più curioso che, come accade proprio in certi trailer, queste due scene risultino poi «tagliate» nella narrazione seguente.)
La rassegna si completa con altri cinque episodi: Columba seda una tempesta in mare; Columba, giovane, tramuta l’acqua in vino durante una messa; Columba prende una pietra bianca, la benedice e la getta in un fiume, e «la pietra galleggiò come una mela, contro l’ordine naturale delle cose»; Columba risuscita il figlio di un buon cristiano – «un miracolo molto grande», commenta Adamnano; Columba infine dice ai suoi confratelli che spesso la grazia divina lo ha toccato producendo «un miracoloso allargamento del potere della mente, tanto che gli sembrava che tutto il mondo fosse raccolto in un raggio di sole» (evidente citazione della Vita di san Benedetto – quasi a dire: vi è piaciuta quella? Vi piacerà questa.)
A questo punto, come resistere al desiderio di leggere tutta l’opera? Adamnano non è uno sprovveduto: «Queste storie circa i poteri miracolosi del santo sono state qui brevemente riassunte in modo che il lettore, avendo avuto un assaggio del dolce banchetto che lo attende, sia più bramoso di ciò che, estesamente e con l’aiuto del Signore, verrà raccontato nei tre libri che seguono».
Un trailer, appunto.
Adomnán of Iona, Life of St Columba, translated by Richard Sharpe, Penguin Books 1995.