Non di rado – diciamo la verità: molto spesso – quando mi dispongo, ancora e nonostante tutto, a registare qui qualche nota circa le mie «letture monastiche» la tentazione di limitarmi a una serie di citazioni è molto forte, sia perché imbattersi nei fili che si annodano all’interno di una tradizione bimillenaria è tra i fatti più interessanti che possono capitare al lettore, sia perché, più semplicemente, mi dico: che cosa vuoi mai poter aggiungere?
Ecco dunque che, leggendo un luminoso «libretto» di Irénée Hausherr1, apprendo che la preoccupazione di non fraintendere la solitudine monastica (errore in cui sono incorso a lungo) sorge contemporaneamente alla nascita dell’aspirazione alla medesima. «I cristiani che erano monaci», precisa Hausherr, «i veri cristiani che i monaci volevano essere, non potevano assolutamente amare la solitudine per se stessa»: la solitudine non può essere un fine, bensì un mezzo, «eccellente mezzo per giungere a una più grande unione con Dio e, quindi, con tutta la comunità della carità: Dio e i figli di Dio».
Argomento fondamentale, che il «non credente», distratto da risonanze le più diverse del concetto di solitudine, deve capire bene se non vuole correre il rischio, appunto, di fraintendere. E l’aiuto, uno «splendido» aiuto suggerito da Hausherr, giunge qui da un grande «padre del deserto», Doroteo di Gaza, del quale «è opinione comune che fosse una persona di rara spiritualità. Con parole semplici, ma al tempo stesso ben compaginate ed evocatrici, egli penetra gli abissi dell’esistenza umana, che analizza con rispetto e precisione»2.
Leggendo Doroteo, e analizzando proprio il rapporto tra solitudine e comunione, Konstantinos Skouteris sottolinea che «la vita in Cristo, anche nella sua forma monastica, non è mai un viaggio solitario, ma piuttosto un viaggio fatto in compagnia e nella mutua comprensione. Per Doroteo il punto di partenza per il progresso spirituale sono la consapevolezza dell’uomo che egli non può esistere solo come unità autonoma e indipendente e la coscienza che egli non può guidare se stesso».
(Tra parentesi, non è forse un’immagine di felicità, questa: un viaggio fatto in compagnia e nella mutua comprensione?) E quindi:
Dice Doroteo di Gaza, monaco, agli inizi del secolo VI:
Perché comprendiate il senso del discorso, vi propongo un’immagine tratta dai padri. Immaginate che per terra vi sia un cerchio, ovvero una linea circolare tracciata con il compasso a partire da un centro. Si chiama centro il punto che sta proprio in mezzo al cerchio. Prestate attenzione a ciò che vi dico. Immaginate che questo cerchio sia il mondo, che il punto centrale del cerchio sia Dio e che le linee che dalla circonferenza arrivano al centro siano i cammini o i modi di vivere degli uomini. Poiché dunque i santi, nel desiderio di avvicinarsi a Dio avanzano verso l’interno, nella misura in cui avanzano si avvicinano a Dio e gli uni agli altri; e quanto più si avvicinano gli uni agli altri, tanto più si avvicinano a Dio. Immaginate allo stesso modo la separazione. Quando infatti si allontanano da Dio e si ritirano verso l’esterno, è chiaro che quanto più si ritirano e si allontanano da Dio, tanto più si allontanano gli uni dagli altri, e quanto più si allontanano gli uni dagli altri, tanto più si allontanano da Dio. Ecco, tale è la natura dell’amore. Nella misura in cui siamo lontani e non amiamo Dio, nella stessa misura ciascuno di noi prende le distanze dal prossimo; se invece amiamo Dio, quanto più ci avviciniamo attraverso l’amore per lui, tanto più siamo uniti all’amore del prossimo, e quanto più siamo uniti al prossimo, tanto più siamo uniti a Dio.
♦ Doroteo di Gaza, Insegnamento VI. Non si deve giudicare il prossimo, in Comunione con Dio e con gli uomini. Vita di abba Dositeo, Insegnamenti spirituali, Lettere e Detti, a cura di L. Cremaschi, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose, 2014, pp. 145-46.
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- Irénée Hausherr, Solitudine e preghiera. La tradizione esicasta, traduzione a cura delle benedettine del Monastero Santa Maria madre della chiesa e San Benedetto di Pontasserchio, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose, 2018.
- Konstantinos Skouteris, Conversione a Dio e comunione: l’immagine del «cerchio», in Il deserto di Gaza. Barsanufio, Giovanni e Doroteo, Atti dell’XI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa (Bose 2003), a cura di S. Chialà e L. Cremaschi, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose, 2004, pp. 275-89.