Dell’esistenza dei decani (seniores) nei monasteri altomedievali sapevo, tra le altre fonti, dalla Regola di Benedetto: monaci anziani, o comunque provati per «anzianità di servizio», con responsabilità di controllo, per così dire, sugli altri confratelli, con particolare riguardo alla lectio divina, all’ozio e alla chiacchiera. Nel capitolo 48 (cc. 17-18) vengono appunto evocati «uno o due monaci anziani che facciano il giro del monastero nelle ore in cui i fratelli sono occupati nella lettura sacra, per vedere se per caso ci sia qualche monaco indolente, che, invece di dedicarsi alla lettura, perda tempo oziando e chiacchierando e quindi, oltre a essere inutile a se stesso, distragga anche gli altri.» Quello che non sapevo, invece, è come dalla locuzione usata da Benedetto – «unus aut duo seniores qui circumeant monasterium» – sia derivata la figura più articolata del circator, vero e proprio sorvegliante del monastero1.
Il circator (detto anche circinnator, e talvolta abbreviato in circa) è un ruolo che emerge nell’VIII secolo nei commentari alla Regola e soprattutto nei costumari, cioè nelle raccolte di usi e regole tipiche di determinate abbazie. Le comunità progressivamente si allargano, e con esse l’estensione della superficie occupata dagli edifici abbaziali, le attività che vengono svolte nello stesso momento aumentano e spesso gli spazi che le ospitano sono distanti: è impensabile che un solo monaco (si pensi ad esempio al ruolo del priore claustrale, cui era affidato il giro serale per controllare che tutti i confratelli fossero nelle loro celle) possa essere ovunque in ogni tempo. Le necessità e gli incarichi si moltiplicano e così alcuni uffici stabiliti dalla prima legislazione benedettina tendono alla suddivisione e alla specializzazione.
Il ruolo del circator peraltro, secondo alcuni studiosi, trova un precedente diretto anche nelle consuetudini militari romane (cosa che non sorprende), come si può leggere nel De re militari di Vegezio dove si fa menzione di circumitores che fanno la ronda per verificare che le sentinelle notturne siano sveglie2. Oltre alla ronda, il loro compito è anche quello di denunciare le mancanze, esattamente quello che è richiesto ai circatores monastici.
Alcuni studiosi collegano la diffusione di questi «sorveglianti» anche a quella dell’istituto dell’oblazione, che riempie i monasteri di monaci che, seppur debitamente istruiti nei noviziati, non hanno scelto la vita monastica con piena consapevolezza, da adulti, e che quindi possono essere, diciamo così, più resistenti alle prescrizioni della Regola.
Dall’Ordo casinensis I, che viene datato intorno al 750, si apprende, ad esempio, che a Monte Cassino c’erano due circatores «che a ogni ora, controllavano i confratelli e facevano il giro del monastero [circuibant monasterium], per verificare che nessuno di loro non fosse al proprio posto. Se ciò accadeva, ne prendevano subito nota su tavolette [statim in tabulis notabatur]». Laddove è interessante notare che esisteva il concetto di «al proprio posto» [ne quis frater deesset proprio loco] e che il compito dei circatores era soltanto quello di osservare e prendere nota, per riferire poi al capitolo alla presenza dell’abate, unica autorità che poteva stabilire una penitenza per le mancanze. Ed è interessante notare le altre due circostanze che il costumario cassinese ricorda: «I predetti circatores osservavano anche se qualcuno rideva o parlottava [hoc observabant, si aliquem ridentem, vel aliquid susurrantem conspexerant]. Anche in questo caso ne prendevano immediatamente nota sulle loro tavolette, per accusare misericordiosamente i colpevoli al momento giusto [tempore oportuno].
(1-continua)
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- Figura che è stata studiata a più riprese, anche se mi pare con minore frequenza rispetto ad altri simili soggetti. Devo le notizie riportate in questi appunti ai seguenti articoli: Hugh Feiss, Circatores. From Benedict of Nursia to Humbert of Romans, in «American Benedictine Review» 40 (1989), pp. 346-379; Scott G. Bruce, Lurking with Spiritual Intent: a Note on the Origin and Functions of the Monastic Roundsman (circator), in «Revue bénédictine» 109 (1999), pp. 75-89; Wojtek Jezierski, Monasterium Panopticum. On Surveillance in a Medieval Cloister: the Case of St. Gall, in «Frühmittelalterliche Studien» 40 (2006), pp. 167-182.
- «Idoneos tamen tribuni et probatissimos eligunt, qui circumeant vigilias et renuntient, si qua emerserit culpa, quos circumitores appellabant; nunc militiae factus est gradus et circitores vocantur» De re militari, III, 8.
Mi costringi a riesumare il mio latino!
Dici che esagero con le citazioni? 😉