Nel 1561, e in edizione accresciuta nel 1575, Pietro Ricordati (anche Calzolari), monaco benedettino e «indagatore eruditissimo», dà alle stampe una monumentale Historia monastica, un «enorme zibaldone storico-narrativo, in forma di repertorio cronologico» che mira a ricordare al mondo la gloria passata dell’ordine benedettino che all’epoca si diceva ampiamente decaduto. Con evidente riferimento al modello boccaccesco, l’immensa materia è ordinata – o forse bisognerebbe dire accatastata – in cinque giornate ed esposta in forma di dialogo, di reciproco racconto, tra un gruppo di religiosi, avviato in uno dei chiostri del monastero di Santa Giustina a Padova.
Verso la metà della quarta giornata, nella quale «si raccontano gl’huomini dotti, che sono stati Monaci, che in qual si voglia professione hanno scritto», si legge un breve profilo del monaco tedesco noto prevalentemente come Niccolò Germano, attivo nella seconda metà del secolo XV. Un piccolo ritratto che è l’occasione per un’interessante precisazione.
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Di Niccolò Cosmografo.
Dopo costui [il monaco cui era dedicato il profilo precedente, Andrea Tedesco] fu fra i Tedeschi un altro gran Litterato Monaco chiamato Niccolò, il quale hebbe delle sacre lettere assai buona cognizione, ma nelle scienze humane fu consumatissimo. Studiò molto svegliatamente la Cosmografia di Tolomeo, e la ricorresse, e la restaurò con gran giudizio e diligenza. Onde è miracolosa cosa il vedere adesso la Cosmografia di esso Tolomeo, da lui ricorretta con le sue pitture, e nuove tavole diligentemente ordinate, e con grande accortezza ricorrette. Scrisse sopra tal materia sette libri, i quali dedicò a Papa Paolo secondo. Un libro de’ Luoghi maravigliosi. Uno di pistole a più persone, & altre cose non poche. Visse sotto Federigo terzo intorno a gl’anni del nostro Salvatore 1470.
Ripigliando qui le parole, M. Bernardo [Olgiati, gentil’huomo di Como] disse: «Io credo che uno il quale, in un luogo dove fussero più persone, dicesse, senza venire al particolare, che i Monaci non solo hanno promossa la Teologia, e condottala a perfezzione, ma tutte l’altre scienze ancora, come la filosofia naturale e morale, la Medicina, l’Astrologia, Cosmografia, Geometria, Musica, Rettorica, Poetica, e parimente le leggi e politezza delle lingue, sarebbe da tutti sbeffato e schernito. Perché se bene si sa che quel Costantino aiutò & arricchì l’arte della Medicina, componendo e traducendo tante e sì belle cose d’essa facultà, e che la Musica è stata ridotta in su la Mano, e che è stato fatto il Decretale, & il Decreto, e che quel Panormita fu la lucerna delle leggi, e che questo Niccolò abbia tanto maravigliosamente illustrato Tolomeo, e che quell’Ambrogio, e tanti altri, habbino avuto sì gran cognizione delle lingue, & arricchita la latina col tradurre tante belle opere della Greca: non dimeno non si sa che quelli che queste cose hanno fatte sieno stati Monaci. E se bene si sa per tutti che S. Bernardo è stato Monaco, non però sa il mondo ch’egli per la Republica Christiana tanto s’affaticasse, trovandosi in tanti Concilij a disputare contro a gl’heretici e scismatici; né che i Papi e gl’lmperadori, i Re & altri Principi si governassero nelle cose importantissime secondo il suo consiglio. Però io pagherei buona cosa che ciò che qui s’è detto si sapesse da tutti gl’huomini. Perché gl’indotti harebbono molto più rispetto e reverenza all’ordine Monastico, che non hanno. E i litterati si terrebbono non poco a esso ordine obligati. E s’io fussi uno di voi altri Monaci, vorrei comporre un libro di tutte le cose che qui fra noi si sono dette, e diranno, per isgannare il mondo, che crede che la maggior parte de’ Monaci, e per il passato & al presente, si sieno dati e si dieno all’ozio, né sappiano far altro che cantar in Coro & andare in refettorio; e lo vorrei fare stampare in lingua volgare, acciò che dai dotti e parimente da gl’indotti potesse esser letto».
Rispose D. Gris[ostomo Niccolini, monaco fiorentino]: «Don Pietro qui nostro ha più volte havuto capriccio di far una simil cosa, come voi dite, e forse un dì la farà. Ma per non perder tempo, e perché mi pare che s’avvicini la sera, ripiglierò il mio parlare».
♦ Historia Monastica, di D. Pietro Ricordati, già Calzolari, da Buggiano di Toscana, Monaco e Decano di S. Paolo fuor di Roma, della Congregazione di Monte Casino, distinta in cinque giornate. Di nuovo dall’autore stesso con somma diligenzia rivista & accresciuta di molte cose notabili, in Roma appresso Vincenzio Accolti, l’anno del Giubileo 1575.
