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Recenti acquisizioni

Piccola parentesi di librofilia (che è passione, o vizio, diversa, più rilassata della bibliofilia) per segnalare due «recenti acquisizioni» di grande soddisfazione.

ViaDominici Anzitutto la Via Dominici di Raimondo Spiazzi, op, autore a me già noto per le corpose e minuziose raccolte di memorie domenicane. Opera non recente (1961) la cui lettura tuttavia mi ha permesso un adeguato «ripasso domenicano», utile per definire, come dice il risvolto di copertina, «quale sia secondo la mente del Santo Fondatore, secondo la giusta Tradizione e secondo le attuali esigenze, la posizione del Frate Predicatore perché possa dirsi e chiamarsi veramente tale, fuori da ogni deviazionismo».

ViaDominici 3ViaDominici 2La singolarità dell’esemplare in mio possesso risiede nel fatto che, come si può vedere dall’ex-libris, si tratta della copia dell’Idea Centro Studi e Dibattiti, presso l’Angelicum di Roma, concessa in uso proprio all’autore. Autore che, in vista di un’eventuale ristampa, vi ha apportato di proprio pugno (con una stilografica) diverse correzioni, alcune delle quali di sorprendente dettaglio, in particolare nelle note per precisare i riferimenti di alcune citazioni, e che per segnalare la cosa ha scritto con una matita rossa sulla copertina «Copia corretta».

DirettorioAscetico 1 La seconda segnalazione è per i quattro volumi del Direttorio ascetico di Giovanni Battista Scaramelli, gesuita, nel rifacimento linguistico curato da Lorenzo Tognetti, anch’egli gesuita, nel 1943. L’opera, divisa in quattro trattati («Mezzi della perfezione cristiana», «Impedimenti alla perfezione cristiana», «Delle disposizioni prossime alla perfezione cristiana consistenti nelle virtù morali al grado perfetto», «Della perfezione essenziale del cristiano, consistente nelle virtù teologiche, specialmente nella carità»), «incontrò molte difficoltà da parte dei Revisori della Compagnia, i quali non ne approvarono la stampa, che avvenne nondimeno dopo la morte dello Scaramelli [nel 1752], per puro caso, e con tale consenso di lodi e di approvazioni da dimostrare quanto fossero eccessivi certi timori e quanto sicura invece fosse la dottrina». È un imponente manuale per il direttore spirituale, pieno di esempi, citazioni e riferimenti dalle Scritture e dai testi dei Padri della Chiesa, corredati punto per punto da «avvertimenti pratici al direttore» su come comportarsi, cosa suggerire, cosa dire e non dire. Il Tognetti avverte che il «rifacimento linguistico» si è concentrato esclusivamente sugli aspetti formali del testo, «per renderlo più comprensivo e accessibile a tutti», e le correzioni sono state fatte «allo scopo precipuo che niente venisse ad offendere o colpire la suscettibilità e la delicatezza dei lettori di oggi».

DirettorioAscetico 2Curiosamente, la copia in mio possesso (di cui, va detto, il bancarellaio era sin troppo palesemente contento di liberarsi: «Le faccio un prezzo speciale per tutti e quattro i volumi») proviene dalla biblioteca della Scuola materna dell’Istituto S. Giorgio di Pavia («fondato nel 1888 dalle Suore di Maria Bambina con l’iniziale intenzione di dare una educazione cristiana alle giovani ragazze che all’epoca vivevano nelle campagne circostanti il comune di Pavia»), con un timbro di proprietà che leggo come Ch. M. Debora Massani.

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Comunicare agli altri

Credo che nessun monaco o monaca di oggi si avventurerebbe in una dimostrazione di preminenza del proprio Ordine quale quella, nemmeno tanto velata, che il p. Raimondo Spiazzi esprime nel suo libro del 1961 dedicato all’ideale domenicano1. Come è consuetudine, lo fa citando i padri, e nello specifico «montando» sapientemente alcune osservazioni di san Tommaso sul rapporto tra vita contemplativa e vita attiva e sulla loro sintesi.

Il modello supremo è, naturalmente, Gesù, che ha scelto e indicato al mondo la via apostolica, unione perfetta delle due forme di vita. «Qualcuno», concede il p. Spiazzi, «potrebbe pensare che sia più perfetta la vita contemplativa e che perciò il Cristo avrebbe dovuto condurre vita solitaria dal momento che alla vita contemplativa appartiene la solitudine.»

Gesù, però, ha fatto diversamente, perché la vita attiva, in virtù della spinta alla condivisione, cioè alla predicazione delle verità di cui la vita contemplativa si è nutrita, «è più perfetta della vita solamente contemplativa, perché tale vita presuppone l’abbondanza della contemplazione: e perciò il Cristo scelse tale vita».

La sintesi si realizza quindi nella figura del monaco-apostolo che contempla e agisce, salva se stesso e gli altri in una indissolubile fusione di intenti in cui entrambe le forme sono reciprocamente causa ed effetto.

E in questo direi che c’è da meditare una lezione di san Tommaso, che mi pare risuoni oggi anche senza avventurarsi nelle complessità del concetto di verità. Una lezione sul valore della condivisione del sapere, poiché, infatti, «come è maggior cosa illuminare che splendere solamente, così è maggior cosa comunicare agli altri le cose contemplate che solamente contemplare».

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  1. Raimondo Spiazzi, op, Via Dominici. Lo spirito e la regola di san Domenico, Presbyterium 1961.

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