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Le prime sillabe dell’alfabeto del mondo (Voci, 39)

 Capo IV. Quanto sia difficile salvar l’anima, stando nel secolo

Dalle cose già dette viene in conseguenza la difficoltà grande, qual provasi da ognuno che da vero si risolve d’attendere alla propria salute, in compire questo suo santo desiderio stando nel mezzo di tanti pericoli. Imperoché se è vero, come pur’è verissimo, quel ch’insegnano i Santi Padri, e S. Tomaso in particolare in più luoghi, che l’essercitio delle virtù sante, che sono i mezzi per acquistar la salute, doppo il peccato è divenuto talmente difficile che Giovanni Cassiano paragona un’anima che camina per la via delle virtù ad una nave che, trovandosi in mezzo d’un rapidissimo fiume, si sforza d’andare contro il corso, questa nave se con remi e con violenza non si spinge avanti, ogni poco che si rallenti tornerà a dietro; che sarebbe poi se oltr’al corso contrario del fiume, che è la causa di tanta fatica, havesse chi con funi, o con altri istromenti, la tirasse indietro, non solo non anderebbe avanti, ma arrischiarebbe ancora di far naufraggio. Ben provano questa difficoltà nell’operare virtuosamente quei ancora che vivono nei chiostri per il contrapeso grave di questa carne e senso depravato: che faranno poi i poveri mondani posti tra tanti pericoli del mondo?

La maniera di vivere del mondo, le sue maledette leggi contrarie del tutto alla legge di Christo, e tanto pratticate e osservate, non sono eglino grandissimi intoppi al caminare per la via della virtù? Il mondo non ha cosa più miserabile della povertà, più ignominiosa che il sottoporsi ad altri e vivere in servitù o l’esser disprezzato; per il contrario reputa per cosa felice haver delle ricchezze, honori e preeminenze, commandar’ad altri, risentirsi dell’ingiurie, il vestirsi bene, il mangiar meglio, il compiacer al senso. Queste sono le prime sillabe dell’alfabeto del mondo, che infin dalli primi anni dà ad imparare a suoi seguaci, e perché sono conformi a questo nostro senso facilmente s’apprendono e più facilmente s’essequiscono; ma perché la legge di Christo e la vera virtù, e del tutto opposta e contraria, che maraviglia poi se riesce tanto difficile e amara a cui vuole vivere secondo la legge del mondo e gusto del senso? E quel ch’importa è che, se ben tal volta l’huomo conosce la necessità della virtù e il bene in essercitarla, nondimeno, vedendo che il contrario è pratticato dal mondo, si vergogna di far quell’atto di virtù, e vuole più tosto fallar con gl’altri che esser per singolare tenuto nel bene.

♦ La Monaca Perfetta ritratta dalla Scrittura Sacra, Auttorità et Essempi de’ Santi Padri, da Carlo Andrea Basso, Theologo Oblato, e Preposito di Trezzo. Opera utilissima a chiunque desidera servir a Dio con perfettione e dall’Auttore dedicata alla Serenissima Sempre Vergine Madre di Dio, Milano, per l’erede di Pacifico Pontio e Gio. Battista Picaglia, stampatori arcivescovili, 1627, p. 20-21.

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