Funamboli (Dice il monaco, CXXI)

Dice Giovanni Cassiano (riferendo le parole di abba Teona):
Giustamente allora direi che i santi – coloro che, trattenendo stabilmente il ricordo di Dio procedono con incedere sospeso come su linee stese in alto – si possono a ragione paragonare agli equilibristi, volgarmente detti funamboli. Questi, affidando tutta la loro salvezza e la loro stessa vita all’angusto passaggio su quella corda, non dubitano di imbattersi nella più atroce delle morti se repentinamente una minima incertezza deviasse il loro passo o li distogliesse dalla direzione giusta. Se non assicurano al proprio passo quel sottilissimo sentiero con estrema prudenza mentre, in modo ammirevole, compiono le loro evoluzioni aeree, la terra, che è come il sostegno di tutte le cose naturali e il solidissimo fondamento per tutti, diventa per costoro una rovina immediata e certa, non perché la sua natura sia cambiata, ma perché questi cadono su di essa per il peso del proprio corpo.

♦ Giovanni Cassiano, Conversazione 23 (terza conversazione con abba Teona: L’essere senza peccato), 9, 1-2, in Conversazioni con i padri, a cura di R. Alciati, Edizioni Paoline 2019, p. 1319.

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